Gli errori da non fare con il cioccolato sono azioni ancorate a pregiudizi e miti diffusi che ci influenzano nella scelta e nella degustazione di una tavoletta di cioccolato.
Amare il cioccolato significa superare a poco a poco i nostri limiti nei suoi confronti e conoscerlo nel profondo.
Ecco il motivo per cui oggi ti elenco i 10 errori da non fare con il cioccolato.
1. Non leggere l’etichetta degli ingredienti
Leggere l’etichetta degli ingredienti è una buona pratica che si dovrebbe attuare con tutti gli alimenti, non solo con il cioccolato.
Cosa dovremmo e cosa non dovremmo però trovare in quella di una tavoletta?
Per fare un buon cioccolato bastano pochi ingredienti base: fave o massa di cacao e zucchero, a cui si possono aggiungere facoltativamente burro di cacao e lecitina (e latte in polvere, animale o vegetale, nel caso di cioccolato al latte o bianco).
Da evitare tavolette che contengono cacao magro in polvere, grassi vegetali o animali diversi dal burro di cacao e aromi generici.
Se vuoi avere più informazioni sugli ingredienti del cioccolato ti rimando a questo articolo.
2. Non annusarlo
Il nostro olfatto ci permette di rilevare migliaia di note aromatiche diverse che il gusto da solo non riconosce.
Annusare il pezzo di cioccolato ci permette di rilevare l’intensità degli aromi, riconoscere aromi sgradevoli da cacao difettoso e/o da scorretta lavorazione (es: muffa, cartone, formaggio, medicinale, caffè bruciato).
L’olfatto prepara anche il palato allo step successivo della degustazione: ci aiuta a capire cosa possiamo aspettarci da quel cioccolato quando lo assaggiamo.
3. Non farlo sciogliere in bocca
Il burro di cacao è la parte dei semi di cacao che contiene tutte le componenti aromatiche di un determinato cacao.
Masticare troppo velocemente il cioccolato impedisce al burro di cacao di diffondersi in maniera uniforme e lenta, rendendo più difficile riconoscere le note aromatiche del cioccolato che stiamo degustando.
4. Scegliere solo in base alla percentuale di cacao
Torniamo un attimo a parlare di ingredienti: se per fare un cioccolato bastano massa di cacao e zucchero, vuol dire che all’aumentare della percentuale di cacao, diminuirà quella dello zucchero. Quindi più diminuisce lo zucchero e più quel cioccolato sarà amaro, giusto?
Sbagliato! L’amarezza “fastidiosa” del fondente è data dall’utilizzo di cacao di bassa qualità, sovra-tostato per nasconderne i difetti e per uniformare il gusto; spesso questa amarezza può essere così intensa che si cerca di mitigarla anche utilizzando l’aroma di vaniglia.
Fave di cacao di alta qualità, lavorate scrupolosamente durante tutte le fasi di produzione del cioccolato (coltivazione, fermentazione, essiccazione, tostatura, macinatura) si riveleranno invece in un cioccolato naturalmente dolce, acidulo e gradevolmente amaricante, anche ad alte percentuali di cacao.
5. Scegliere in base al luogo di produzione
Ci sono diversi località nel Mondo che sono diventate famose per la loro storia con il cioccolato (come ad esempio la Svizzera o il Belgio e in Italia Torino, Perugia, Modica).
Sebbene la forte cultura di cioccolato di questi luoghi si rispecchi in una grande esperienza di lavorazione da parte dei cioccolatieri, non è di per sé automaticamente sinonimo di buon cioccolato.
6. Pensare il cioccolato solo come fondente, latte o bianco
Non esistono solo tre tipi di cioccolato tra cui scegliere (e non mi sto riferendo all’ormai famoso quarto tipo rosa).
Volendo fare un paragone con il vino, dire “cioccolato fondente” è come dire “vino rosso”: come di vini rossi esistono centinaia di qualità diverse, lo stesso vale per il cioccolato fondente.
L’utilizzo di fave di cacao di diversa origine può influire molto sul sapore del cioccolato. Per esempio, se andiamo a confrontare un fondente fatto con cacao della Repubblica Dominicana potremmo trovare delle note di frutta secca tostata, più intenso e meno dolce, mentre in un cacao della Tanzania troveremo note di frutti rossi e liquirizia, più dolce e un po’ più acido.
E il cioccolato al latte? Può avere molte varianti in cui si utilizzano bevande vegetali (soia, riso, cocco, avena etc.) al posto del latte animale oppure si può trovare con alte percentuali di cacao (anche fino all’80%!) in quello che viene definito “dark milk”.
Anche il cioccolato bianco può essere realizzato con alternative al latte o addirittura senza, in prodotti con solo burro di cacao naturale e zucchero.
7. Acquistare un solo brand
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”: è un proverbio molto famoso che può risultare molto utile in diversi aspetti della vita, ma che ci preclude molte possibilità quando si parla di cibo e ancor più di cioccolato.
Limitandoci ad acquistare un solo brand, quello che “ci piace di più”, rischiamo di perderci la varietà che ci può regalare il cacao una volta trasformato in tavoletta, perché la mano del cioccolatiere è un’impronta che si sente nel prodotto finale.
La degustazione del cioccolato deve focalizzarsi non tanto sulla ricerca del cioccolato “più buono”, ma sull’apprezzare la varietà di prodotti che nel nostro palato danno vita a sensazioni sempre diverse.
8. Farsi spaventare dalle inclusioni più strane
Negli ultimi anni, i chocolate makers (soprattutto quelli del bean to bar) non hanno avuto paura di sperimentare con gli abbinamenti, anche con quelli più bizzarri: ed ecco che sono nate tavolette di cioccolato con all’interno anche funghi o pomodori.
Se da una parte non manca la volontà di stupire, dall’altra non si deve però pensare che questi abbinamenti non siano stati attentamente provati, valutati e vagliati in termini di sapore (il rischio che il prodotto sia poi un flop deve essere evitato).
Quando ci troviamo di fronte ad un cioccolato con “strane” inclusioni, bisogna pensare che da parte del produttore ci sia stata la ricerca di un abbinamento vincente e bilanciato: perché allora non dare una possibilità a questo abbinamento così inusuale?
9. Non fidarsi delle proprie sensazioni
A chi deve piacere un determinato cioccolato se non a noi stessi? Spesso ci troviamo però influenzati nel giudizio da tanti fattori esterni: pubblicità, sentito dire o pensiero comune.
Io ti invito invece a fidarti solo del tuo istinto e delle tue sensazioni: le tue papille gustative e il tuo olfatto ti diranno se quello che stai degustando ha un sapore piacevole, se ti ricorda note aromatiche positive o sgradevoli.
10. Non controllare il prezzo
Tutti vorremmo acquistare prodotti che siano il più possibile di qualità, etici e sostenibili: tutte caratteristiche che hanno un valore, anche nel prezzo.
Vedere una tavoletta di cioccolato da pochi euro al kilo dovrebbe subito farci scattare sull’attenti e chiederci se sia possibile avere le caratteristiche di cui sopra ad un prezzo così conveniente, anche troppo. Se hai a cuore questi aspetti, prova a capire se il prodotto che stai acquistando li rispetta e se il prezzo rispecchia il suo valore.
Per approfondire l’argomento su questo punto ti rimando a questo articolo.
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